Ricordi di un passato che non può più tornare

in #ita7 years ago (edited)

Credo che tutti, nella nostra vita abbiamo scritto qualcosa che però non ha mai superato il recinto del nostro foglio word o peggio che abbia ricevuto come premio i 3 punti dalla distanza facendo centro nel cestino di casa, e restando lì tra le parole scritte mai esistite, ferme nelle loro forme scure su fondo chiaro, immobili e incuranti del tempo.
Oggi, di qualche anno fa, scrivevo a qualcuno che è da tempo che non vedo.
= forse è più corretto dire scrivevo di qualcuno.

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immagine senza copyright

Ero così vicino a lei che riuscivo a percepire il suo odore, sentivo la sua presenza e a volte mi sembrava quasi di riuscire a leggere i suoi pensieri che ormai volavano via, lontano da me.
Distratto dal circostante, calavo giù nell’ abisso del mio animo tutte le altre voci fino ad isolare la sua. Avevo pensato che tutto fosse finito e invece, probabilmente, era ancora troppo presto.
Troppo presto!!! Quante volte avevo pronunciato quelle parole senza sapere nemmeno quanto tempo fosse racchiuso in quel ”presto”.
Quanto tempo ancora? Un mese?forse cinque? Un anno?
Pensavo che probabilmente quel “presto” sarebbe durato tutta la mia vita, a meno che un giorno, a furia di vivere di ricordi non fossi diventato io stesso un ricordo senza vita.
Tirai su di nuovo lo sguardo. Davanti a me un paio di occhi verdi trafiggevano la mia mente. Avrei parlato, se solo non mi fosse mancato il fiato. Avrei lasciato che tutto quel fiume in piena straripasse. Ma gli anni passati a costruire gli argini con il mio pudore, erano stati ben spesi e così, ancora una volta, gli argini ebbero ragione del mio fiume.
Perciò, l’unica cosa che riuscii a fare fu sorriderle.
Non riuscivo a capire perché fosse così difficile parlare. Quante volte ho sperato che i miei sguardi, i miei gesti fossero capiti da qualcuno anche per un solo istante!
Quante volte ho creduto che toccando una mano avessi potuto rovesciare il mio essere in qualcun altro! Quante volte ho sognato di trovare il mio “complemento”!
Non mi importava chi o cosa fosse, volevo solo poterla guardare e capire tutto e avere la stessa cosa in cambio.
È difficile stare tra la gente e sentirsi in un deserto!
Ti senti squarciare il petto, poi, il dolore sale fino in gola e così inizia a soffocarti. A quel punto puoi fare solo due cose: o ti lasci soffocare o ricacci tutto dentro, ingoi il tuo essere, stupri la tua anima fino a chiuderla sul fondo!! Infine senti solo lo sfinimento dello sforzo!!
E così feci! Per quanto ancora avrei potuto sopportare quello strazio? Quante altre volte avrei dovuto ingoiare la verità per far posto alla carcassa delle mie menzogne?
Maledetto dalla mia stessa paura di mostrarmi. Bloccato da quella inespugnabile prigione di carne che avevo attentamente progettato e costruito nel tempo!! All’ inizio era una fortezza dietro cui proteggermi. Lì ero al sicuro; poi divenne prigionia.
Un uomo libero con l’anima prigioniera è come un galeotto. Ha solo più spazio per camminare!
Pensavo a queste cose e continuavo a fingere, a ridere, parlare e far finta che tutto andasse bene; dentro di me c’era una tempesta.
Non sentivo realmente ciò che mi dicevano, eppure sapevo già cosa rispondere. Oramai era come un motore a scoppio ben oleato dove tutti i pezzi scorrevano nel loro posto e ad ogni stimolo c’era una risposta corretta, tutto per far funzionare la macchina.
Cosa sarebbe successo se un pistone fosse saltato via?
A quello era meglio non pensare!
Continuavo a stare lì credendo che il peggio fosse passato, che ormai tutto fosse tornato al suo posto, che la macchina fosse tornata a funzionare ineccepibilmente. Ma qualcosa non andava!
Forse stava per saltare quel pistone! Forse era meglio andar via da lì.
Salutai!! Rividi gli occhi a cui avrei voluto parlare, sentii di nuovo il profumo onnipresente nei miei ricordi. Un attimo di esitazione, poi riuscii ad andare!!