Il "Museo della follia" di Sgarbi a Napoli

in #ita7 years ago

Ciao steemers ITA, oggi voglio parlarvi di una mostra cui ho dedicato qualche ora questo week end, e che mi ha particolarmente colpito. Si tratta di una breve recensione di quello che è stato il mio percorso, con alcune foto.
Spero troviate interessante tutto ciò.

Anche la follia merita i suoi applausi.IMG_20180113_174839_resized_20180115_055646861.jpg
tutte le foto le ho fatte con il mio cellulare Huawei.

Alda Merini scrive, mentre Sgarbi (ebbene sí proprio colui che spesso con le sue urla da realpolitique fa accapponare la pelle di qualsivoglia cultore dell'arte) allestisce, insieme ad Inzerillo, una mostra.

A leggere il titolo sembrerebbe la classica mostra sulla follia e sui dipinti o le opere che meglio nel tempo hanno celebrato la piú veritiera espressione della tensione umana se volessimo cosí definirla. In realtá la follia non è l'oggetto da osservare la follia è il soggetto narrante che guida lo spettatore lungo tutto il percorso.
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I dipinti nati dalla mente obnubilata(?) dalla malattia di molti artisti trascinano in una sorta di turbine che affascina e sconquassa la mente umana portando l'astante a realizzare la aletheia della realtá umana.
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L' opera forse piú inquietante ma al contempo suggestiva è Tutti Santi.
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L’artista Cesare Inzerillo rappresenta, mediante volti privi di bocca e di naso come "mummie Munchiane", medici e pazienti di un ospedale psichiatrico. I ruoli non sono però ben definiti e si confondono nella loro disperazione. È una disperazione che giunge al culmine mediante la raffigurazione del direttore in una betoniera. Essa è simbolo, con il suo girovagare senza sosta, della mente priva di punti fermi e certezze. Sono tutti santi poiché tutti accomunati dalla visione di qualcosa di inumano, sovrumano.

A lasciare attoniti, in fine, sono le foto e video tratti dai vecchi Ospedali Psichiatrici Giudiziari che lasciano entrare direttamente lo spettatore nella realtá di quella che apparentemente è definita follia dai piú.

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Bella la mostra. Bello il tema...

si, ad essere sincero ero fortemente titubante sui possibili risultati della "collaborazione", ma ho dovuto ricredermi sui miei dubbi.
Una bella esperienza.