Quando chiedi a mia figlia "Quanti anni hai?" lei risponde alzando le prime tre dita di entrambe le mani e dice:
Duanni!
In realtà sta mentendo: il suo compleanno sarà tra una decina di giorni. Certo, con le dita sembra indicarne di averne sei; non è ancora in quella fase dove si ruba sull'età (e insegnarle a dire "1 anno e 253 giorni" mi sembrava fuori luogo).
Possiamo, inoltre, perdonarle l'imprecisione sulla dizione; giustificandola, volendo, con la pronuncia tipica del dialetto romano "C'ho du' anni".
Eppure, in quei "Duanni" c'è la sintesi di tutto ciò che è cambiato in mia figlia; dove prima indicava, balbettava o, nei casi estremi, urlava e piangeva in preda allo sconforto, ora cerca di esprimersi a parole, di creare frasi di senso compiuto. È stupefacente come sia migliorata nel giro di qualche mese, pronunciando parole che ha imparato da sola, senza che nessuno glielo abbia insegnato.
Oggi, dopo averla chiamata per fare colazione, ha risposto con "Arrivo mamma", per poi trotterellare scalza verso il tavolo. Quando mai le abbiamo spiegato il significato della parola "Arrivo"? Oppure quando dice di volere il "Brodo" o, visto che siamo in tema, "L'uovo di Paccua". Quando ci chiede "Posso Didò?" oppure mentre siamo in macchina e parla del più o del meno "Papà e Rosa brum brum a casa mia".
E vabbè, mi sciolgo.
Il mestiere del papà è qualcosa di meraviglioso e pieno di sorprese. Pesante, certo; forse meno pesante ora di quanto non lo fosse all'inizio (ma ascoltando i pareri di altri genitori, pare che le cose si complichino andando avanti). Per ora mi godo mia figlia e questo nuovo modo di interfacciarci, molto più adulto, strutturato e, devo dire, molto più soddisfacente.
Ma a parte la parola cosa sta cambiando?
Beh, rispetto ad un anno fa è cresciuta molto. Ormai cammina benissimo (anzi, corre e salta) e, nonostante sia nata in lock down, ha cominciato ad aprirsi molto di più con gli altri adulti e con i bambini. Anzi: quando incontra qualche maschietto più grande lei corre ad abbracciarlo (con grande imbarazzo del povero malcapitato e qualche occhiata in cagnesco da parte del papà). Adora ballare (con una predilezione per la musica classica), mangiare (penso che almeno un terzo del suo vocabolario sia composto da termini culinari) e anche disegnare (scarabocchia dei bellissimi volti!)
Io? Beh, come scritto due post fa, le cose stanno procedendo bene (non sono scaramantico, ma visto che non mi costa niente, facciamo le corna per il futuro). Si dorme molto di più, anche se ormai la sveglia alle 8 con mia figlia che mi lancia le ciabatte sul letto non me la toglie nessuno, e penso che le cose stiano andando nella direzione giusta.
Ogni tanto penso a chi sono ora e se sono soddisfatto della mia vita.
Ho qualche amico/amica tra il movimento "Child free"; ovvero le persone che hanno deciso più o meno per loro volontà di non volere assolutamente dei figli. Le ragioni che mi portano sono anche sensate:
posso fare come mi pare, la notte posso andare a ballare in disco e ubriacarmi, sono libero di poter cambiare lavoro senza la paura di poterlo perdere per mantenere i miei figli, non sono stressato, non ho macchie di rigurgito sul vestito, non ho responsabilità di sorta...
Oh, a scriverle queste cose pare proprio il paradiso.
Eppure, pur non giudicando minimamente le scelte altrui, non penso farei mai un passo indietro.
È vero, ormai l'uscita la sera fino a tardi è un lontano ricordo; ed è vero anche tutto il resto.
Penso, però, che la vita sia divisa in periodi... e quello delle uscite selvagge, delle ubriacature moleste e dello scarico della responsabilità sia passato. Non si tratta di togliere dalla mia vita qualcosa di bello, ma di sostituirlo con qualcosa di... diverso. Ma non per questo, meno soddisfacente, anzi.
Vedere i progressi di mia figlia nella sua vita, seguirla nelle sue prime conquiste e nelle prime avventure (la prima volta che si è fatta coraggio per scendere da uno scivolo? Stupenda). I suoi abbracci inaspettati quando vuole dimostrarci il suo amore... o quando lo fa per raggiungere la fetta di torta dietro le tue spalle. I baci, i sorrisi, il suo volto stupito quando guarda la luna o la sua gioia quando riceve un regalo.
Non ho mai provato una gioia di questo tipo, mai una volta quando ero "Libero dai figli".
Perché, ed ora posso dirlo con cognizione di causa: una figlia ti cambia radicalmente.
E lo fa sempre in meglio.
Ne approfitto per augurare una buona Pasqua a tutti gli amici di Hive (a quelli che ancora hanno voglia di leggermi... anzi, anche a tutti gli altri va, sono diventato troppo buono :D)
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Che tenera😍. I bimbi piccoli vorrebbero essere più grandi, vorrebbero crescere in fretta...per poi desiderare l'impossibile inverso da grandi🤣
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