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Un saluto a tutti,
paura, lockdown, impossibilità di continuare la vita di sempre: questi sono stati gli effetti della pandemia da coronavirus, che nei mesi precedenti ha pesantemente condizionato le nostre vite.
E che continua a farlo tutt'ora.
In molte parti del mondo la pandemia e il lockdown sono ancora in corso e anche se noi italiani e più in generale gli europei, ne siamo quasi usciti siamo "costretti" a vivere seguendo alcune precauzioni affinchè non si sprofondi nuovamente nel baratro di distanziamento che questo virus ha imposto.
So che può sembrare superficiale parlare di sport, anche alla luce di tutti i morti che abbiamo dovuto piangere in seguito alla diffusione del virus, ma non si può vivere nel condizionamento e a mio modo di vedere, bisogna tornare alle vite che avevamo prima che tutto questo cominciasse.
La mia passione è la corsa su distanze medio lunghe e in quanto podista, i due mesi e mezzo di confinamento in casa hanno inciso pesantemente sulla mia forma atletica e sulle mie performance.
Ma andiamo con ordine..
Prima dell'arrivo della Pandemia, stavo recuperando la forma fisica che non era delle migliori a causa di una contrattura al polpaccio che mi perseguitava da settimane e che mi aveva costretto anche a sottopormi a delle visite specialistiche e ad una ecografia.
Dopo mesi di tribolazioni ero riuscito finalmente a mettermi alle spalle i problemi fisici e riprendere gli allenamenti in maniera assidua: eravamo a Gennaio e mi sentivo sempre più fiducioso di tornare ai miei soliti tempi e alle performance che avevo raggiunto con tanto sudore.
A Febbraio avevo finalmente colmato il gap ed ero tornato sui miei tempi migliori, riuscendo a correre la distanza di 20 chilometri con un tempo di qualche secondo inferiore ad 1 ora e 30 minuti con l'obiettivo/sogno di riuscire a correre la mia prima maratona.
Devo ammettere che sono anni che ci provavo e ogni volta che l'obiettivo sembrava più vicino, capitava qualcosa ad allontanarlo: un infortunio, impegni di lavoro e altri imprevisti che non mi permettevano di allenarmi con costanza e seguendo il programma che mi ero imposto.
Tornando al mese di Febbraio, la forma fisica era tornata e mi sentivo davvero fiducioso perchè mi ero lasciato alle spalle un periodo difficile e lo avevo fatto con grande determinazione e forza d'animo.
Ricordo ancora di aver corso per l'ultima volta il giorno precedente a quello in cui fu diramata la notizia del lockdown per tutti gli italiani, riuscendo a spingermi fino alla mezza maratona (21,097 chilometri) in 1 ora e 34 minuti grazie a uno sprint nell'ultimo chilometro degno di un velocista.
Poi arrivò il confinamento e con esso l'interruzione del mio allenamento programmato..
Ancora una volta un imprevisto si frapponeva tra me e l'obiettivo della maratona, ma questa volta era la madre di tutti gli imprevisti: addirittura una pandemia!
Dopo i primi giorni di scoraggiamento e disorientamento, decisi di non voler perdere la forma fisica raggiunta e così cominciai ad allenarmi in casa: ero riuscito a costrurmi un percorso casalingo che ripetevo centinaia di volte in modo da coprire almeno la distanza di 10 chilometri e in più mi allenavo con lo step di mia moglie.
Ero consapevole che in questo modo non sarei riuscito a mantenere le performance raggiunte all'aperto ma almeno speravo di non perdere tutta la forma fisica raggiunta dopo tanto allenamento.
I giorni passavano e io continuavo ad allenarmi senza soste, la bilancia mi diceva che non stavo aumentando di peso e questo era già un grosso obiettivo raggiunto, ma cominciavo a sentire qualche dolore articolare in quanto il percorso casalingo imponeva dei cambi di passo e delle curve molto strette che sollecitavano troppo le articolazioni.. soprattutto le caviglie e le anche, circostanza che mi suggerì di alternare il mio percorso in un senso e in quello opposto in modo da sforzare il mio corpo in modo simmetrico.
Non la porto per le lunghe, due mesi e mezzo passarono e il governo dichiarò la fine del lockdown, almeno per quanto riguadava il divieto di poter svolgere attività sportiva all'aperto.
Era quasi la fine Maggio e decisi subito di sfruttare questa occasione per tornare a correre all'aperto..
..ma fu una grandissima delusione!
A distanza di quasi tre settimane ricordo perfettamente lo sforzo che dovetti compiere per completare i 5 chilometri di corsa!!
CINQUE chilometri... quando ero abituato a correrne almeno 4 volte tanto!
Che delusione! Lo ripeto, ero consapevole che allenandomi in casa avrei perso un pò della mia performance sportiva e avrei totalizzato dei tempi non degni di nota, ma non che avrei faticato a coprire i 5000 metri!
Non so descrivervi lo scoramento che affrontai una volta tornato a casa, i dolori muscolari che ebbi il giorno seguente e il punto di domanda che mi affliggeva: cosa era successo al mio fisico?
Mi ero allenato molto in casa, avevo continato a mantenere un'alimentazione corretta, avevo bilanciato il carico calorico giornaliero per non aumentare di peso, insomma avevo messo in pratica ogni possibile precauzione per non perdere la forma fisica eppure era successo lo stesso!
Tra l'altro le temperature alte che si stanno registrando in questo periodo sono nettamente diverse da quelle che lasciai a febbraio e forse il mio corpo ha maggiore necessità di rodare un pò prima di tornare alla migliore forma fisica.. fatto sta che ancora oggi a distanza di tre settimane da quando sono tornato all'attività podistica, stento a ritrovare la migliore forma e non sono riuscito a completare la mezza maratona.
Potrebbe essere anche un limite psicologico oltre a un problema prettamente fisico, perchè mi rendo conto che non riesco a trovare la concentrazione che mi permetta di rimanere focalizzato per tutta la durata dell'allenamento, con il risultato che continuo ad arrancare e il cronometro, impietosamente, lo sottolinea senza pietà.
A questo punto vorrei confrontarmi con voi per sapere se qualcuno come me sta affrontando lo stesso problema e come eventualmente lo ha risolto, ammesso che ci sia riuscito..
Sarebbe fantastico poter parlare dell'argomento con altri podisti oppure con sportivi di altre discipline in quanto immagino che lo stesso disagio che sto affrontando io potrebbe aver condizionato anche i ciclisti amatoriali, tennisti ma anche i body builder e nuotatori.
Insomma, parliamone in modo da arrivare alla radice del problema.. perchè questa condizione mi demorelizza un pò e vorrei superarla quanto prima!
Carlo
The English version is a translation of the original in Italian for information purposes only and it's translated by google translator due to lack of time
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Hello everybody,
fear, lockdown, inability to go on with life as ever: these were the effects of the coronavirus pandemic, which in the previous months heavily affected our lives.
And continues to do so to this day.
In many parts of the world the pandemic and the lockdown are still going on and even if we Italians and more generally the Europeans, we are almost out of it we are "forced" to live following some precautions so that we do not sink back into the abyss of distance that this virus has imposed.
I know it may seem superficial to talk about sport, even in light of all the deaths that we had to mourn after the spread of the virus, but you can not live in conditioning and in my opinion, need to return to the lives we had before all this began.
My passion is running medium-long distances and as a runner, the two and a half months of confinement at home have heavily affected my athletic form and my performance.
But let's go in order...
Before the arrival of the pandemic, I was recovering the physical form that was not the best due to a calf contracture that had been haunting me for weeks and that had also forced me to undergo specialist visits and an ultrasound.
After months of tribulations I was finally able to put my physical problems behind me and resume training assiduously: we were in January and I felt more and more confident to go back to my usual times and the performances I had achieved with so much sweat.
By February I had finally closed the gap and was back on my best times, managing to run the 20 km distance with a time of a few seconds less than 1 hour and 30 minutes with the goal/dream of being able to run my first marathon.
I have to admit that I have been trying for years and every time the goal seemed closer, something happened to push it away: an injury, work commitments and other unforeseen events that did not allow me to train with constancy and following the program I had imposed on myself.
Back in the month of February, fitness was back and I felt really confident because I had left behind a difficult period and I had done it with great determination and strength of spirit.
I still remember that I ran for the last time the day before the news of the lockdown for all Italians, being able to push myself to the half marathon (21.097 km) in 1 hour and 34 minutes thanks to a sprint in the last kilometer worthy of a sprinter.
Then came the confinement and with it the interruption of my scheduled training...
Once again something unexpected came between me and the marathon goal, but this time it was the mother of all surprises: a pandemic, indeed!
After the first days of discouragement and disorientation, I decided I didn't want to lose the physical fitness I had reached and so I started to train at home: I had managed to build a home run that I repeated hundreds of times in order to cover at least the distance of 10 kilometers and in addition I was training with my wife's step.
I was aware that in this way I wouldn't be able to maintain my outdoor performance but at least I hoped not to lose all the fitness I had achieved after so much training.
The days went by and I kept on training without stopping, the scale told me that I wasn't gaining weight and this was already a big goal achieved, but I was starting to feel some joint pain because the homemade route imposed some step changes and very tight curves that stressed the joints too much... especially the ankles and hips, which suggested me to alternate my route in one direction and in the opposite one in order to strain my body symmetrically.
I did not wear it for the long, two and a half months passed and the government declared the end of the lockdown, at least as far as the ban on outdoor sports was concerned.
It was almost the end of May and I immediately decided to use this opportunity to go back to outdoor running...
...but it was a huge disappointment!
Almost three weeks later I remember perfectly the effort I had to make to complete the 5 km race!!
FIVE kilometers... when I used to run at least four times that much!
What a disappointment! I repeat, I was aware that by training at home I would have lost a bit of my sporting performance and I would have totaled some not noteworthy times, but not that I would have struggled to cover the 5000 meters!
I can't describe to you the discouragement I faced once I got home, the muscle pain I had the next day and the question mark that plagued me: what had happened to my body?
I had trained a lot at home, I had continued to maintain a proper diet, I had balanced the daily calorie load so as not to gain weight, in short I had taken every possible precaution not to lose fitness and yet the same had happened!
By the way, the high temperatures that are registering in this period are clearly different from those that I left in February and maybe my body needs to break out a bit more before returning to the best physical shape... the fact is that even today, three weeks after I returned to running, I still find the best shape and I was not able to complete the half marathon.
It could also be a psychological limit as well as a purely physical problem, because I realize that I can not find the concentration that allows me to stay focused throughout the training, with the result that I continue to struggle and the stopwatch, mercilessly, emphasizes it without mercy.
I'd like to confront you at this point to see if someone like me is facing the same problem and how he might have solved it,if he has succeeded...
It would be great to be able to talk about the subject with other runners or athletes from other disciplines because I imagine that the same discomfort I'm facing may have affected amateur cyclists, tennis players but also body builders and swimmers.
In short, let's talk about it in order to get to the root of the problem ... because this condition demortilizes me a little bit and I would like to get over it as soon as possible!
Carlo
#posh:
@tipu curate
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Grazie mille, carissimo! 😀